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al testo di Rita Stanzione
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Avrei dovuto essere stringa al tempo in schiere di richiami portarti a me da un’antica selva d’oriente
e dal sognato, dalle chine aspre dove ho lasciato un po’ della mia ombra memoria prossima alla pelle.
Ma sempre qualcosa fugge l’impermanenza: cosa sei per me? cosa hai fatto agli alberi le cui gemme dispensano vaghezze di occhi interni? Autrice delle spine, è questa l’arte che scioglie balsami di aranci amari
tutto di me si fa apertura, a piccoli morsi essenza e cura sommuove il fondo, posa dove io perfino dal corpo manco.
Poesia presente nell'antologia Proust n.7 - Il profumo del tempo e-book n. 217 pubblicato da LaRecherche.it. |
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